lunedì 21 febbraio 2011

NOT IN MY NAME

Generazione Cartoon-2 puntata

18 Aprile 1989. Un ragazzo davanti ad un carroarmato. Guardando il Tg all'ora di pranzo ho intuito per la prima volta che quello che stavo vedendo sarebbe finito sui libri di Storia.



9 Novembre 1989. Una folla di persone tirava giù un muro. Incollata allo schermo della TV, non ancora piatto, ho capito che quella era la Storia.



E così è proseguita velocemente la mia vita, come quella dei miei coetanei, insieme ai quali sono  passata  dai supereroi dei cartoon alla prima guerra del Golfo senza ben capire quanto le immagini che venivano del Kwait fossero reali. Si, perchè noi siamo la prima generazione che si è trovata a vivere, da adolescente, solo il post-guerra fredda, il post-primarepubblica, il post-comunismo e,  mi verrebbe da dire, il post-reale e il post-impegno. 
Poi, per farci sentire meno post-moderni, sono arrivati il WEB e la sua gemella : la realtà virtuale. Navigando, forse galleggiando, a volte rischiando di affogare siamo cresciuti, ci siamo diplomati e poi laureati. E il mondo fuori, preso dalla smania di recuperare gli anni di immobilismo delle due cortine contrapposte, ha continuato a girare vorticosamente tra nazionalismi balcanici, conflitti vicinorientali e nuove repubbliche baltiche. A volte leggevo il giornale e mi chiedevo se fosse possibile rimanere fermi, o peggio girare a vuoto, mentre il mondo fuori cambiava. Perchè io continuavo a sentirmi immobile e vittima di facili entusiasmi che si spegnevano nella consapevolezza che, se stavamo vivendo il post-tutto, nulla poteva durare. Così, mea culpa,  ho continuato quasi sempre ad essere politicamente inerte.

11 Settembre 2001. Mi ero laureata da pochi mesi e cenando in una pizzeria di Napoli ho visto due grattacieli che crollavano. Non era un film. Era la faccia peggiore della Storia.

Febbario 2011. In Nordafrica sta succedendo di tutto: regimi che cadono, dittatori che reprimono, ragazzi che, anche grazie alla Rete, fanno la Storia.

Il mondo è  in ebollizione. Accendo la TV e quello che vedo sono quasi esclusivamente show modello "Chi l'ha visto?", commenti post Sanremo ed altre amenità.
Mi viene il dubbio che, abituati ormai a spiare nelle vite degli altri, assuefatti alla fiction e intrigati dai pettegolezzi piccanti, quando, affacciandoci alla finestra, vediamo la Storia o non la riconosciamo o non ci interessa. Forse sono i Media, forse siamo Noi. La chiave di  qualche sospetto successo elettorale probabilmente è anche questa: abituati agli eventi straordinari o, peggio, a quelli presentati come tali, siamo ormai sazi. E satolli di eventi epocali, che ci sembrano normali, ci stiamo rifugiando non nelle cose semplici ma in quelle banali. Una cosa fra tante in merito mi preoccupa, ho il sacro terrore che a qualcuno anche la notte dei cristalli, vari decenni addietro, sia sembrata normale....


Per questo quando rivedo certe immagini, penso a certe amicizie e sento parlare di allertare l'aeronautica il minimo mi sembra gridare:



NOT IN MY NAME!




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