martedì 1 febbraio 2011

La "nostra" Africa.

 La vita non è uno spot -1

Per assurdo io in questi giorni mi sto facendo un sacco di risate. Saranno amare ma sempre risate sono. No, le favole che raccontano i giudici del signor B. non c'entrano, quelle fanno pena o al massimo piangere. L'origine della mia ilarità è il tempismo di una pubblicità che recita: "LA PAROLA CHE LE DONNE HANNO PIU' DIFFICOLTA' A SCRIVERE E' FUTURO". La prima volta che l'ho sentita ho per un attimo pensato che il PD avesse cambiato agenzia pubblicitaria e fosse riuscito ad iniziare, finalmente, una campagna elettorale decente e, magari, a candidare una donna. Si, avete indovinato, sono un'ottimista appassionata di fantascienza. Dopo un attimo ho capito che lo spot serviva ad una nobile raccolta di fondi in favore dell'Africa. A quel punto mi sono chiesta: e se l'Africa stessimo diventando noi?  Si perché, pur non volendo paragonare ai drammi delle popolazioni africane le nostre ansie da paese appartenente al G8, non è che le donne e i giovani italiani ci riescano proprio bene a scrivere "FUTURO". Anzi, penso che alcuni questa parola, come quella "FIGLI", tendano a rimuoverla. Meglio non pensarci, tanto entrambe le cose sono impossibili da pianificare. Sarebbe buffo se non fosse tragico ma in un colpo solo stiamo riuscendo ad essere uguali e peggiori di quel nordafrica che tanto ci sembra lontano. Uguali perchè le recenti vicende cominciano a chiarire, a tutti,  la deriva autoritaria da regime sudamericano o maghrebino che il nostro paese ha intrapreso. Uguali perchè la mercificazione delle donne che tanto disinvoltamente viene raccontata non è mio avviso migliore della sottomissione femminile di certi paesi islamici. Diversa ma non migliore. E poi, anche in periodo ottomano, le favorite non diventavano comunque consiglieri regionale. Ma la cosa più preoccupante è che, buono o cattivo che sia l'esito dei movimenti di piazza di Egitto e Tunisia, là almeno si assiste ad una presa di posizione forte da parte del popolo. Perchè, alla fine della fiera, io sono convinta che in Italia, se ci fossero le elezioni, vincerebbe ancora Berlusconi. Imparate a nuotare, forse sarà a noi che tra un po' serviranno i gommoni. 

2 commenti:

  1. Leggendo queste tue riflessioni, mi è tornato in mente un libro letto qualche anno fa, "Gli Stati Uniti d'Africa" di Abdourahman A. Waberi. Un libro costruito rovesciando la prospettiva da cui siamo abituati a pensare il mondo sull'altra sponda del Mediterraneo. Alle frontiere degli Stati Uniti d'Africa si accalcano i profughi di un'Euroamerica stremata dalla povertà, dalla fame e dalla guerra. Se fossimo accolti o respinti non lo ricordo... Al di là della finzione letteraria, mi sembra che quanto accade nelle piazze dell'altra Africa rappresenti una bella lezione di dignità, coraggio e libertà.
    Forse a noi è rimasta solo l'ansia da futuro e, invece, dovremmo essere animati soprattutto da una incontenibile ansia di futuro...

    16 febbraio 2011 12:50

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  2. L'ultima frase la vorrei aver scritta io! E' bellissima.

    Il libro appena fatti gli esami lo cerco.

    Ciao ciao,

    alla prossima.

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